I NOSTRI MESSAGGI PER PAPA FRANCESCO
I nostri alunni hanno partecipato con molto entusiasmo all’iniziativa Scrivi una lettera al Papa…, promossa da «Il Cittadino». Hanno inviato messaggi, poesie e disegni che saranno pubblicati sul giornale sabato 18 marzo. Eccone alcuni.
I nostri alunni hanno partecipato con molto entusiasmo all’iniziativa Scrivi una lettera al Papa…, promossa da «Il Cittadino». Hanno inviato messaggi, poesie e disegni che saranno pubblicati sul giornale sabato 18 marzo. Eccone alcuni.
Caro Papa Francesco,
siamo la classe I B della Scuola secondaria di primo grado Don Carlo San Martino di Besana in Brianza. Per festeggiare la tua visita a Milano e a Monza, abbiamo deciso di regalarti un’acropoesia, cioè un acrostico più una poesia.
E per comporla siamo partiti dal tuo nome!
Per essere sinceri, ci sentivamo un po’ in difficoltà all’ idea di scrivere a un Papa: come ci si rivolge a un Papa? Che cosa gli si può dire, che non abbia già sentito?Così abbiamo cercato di fare qualcosa che c’entrasse con noi, che tutti i giorni a scuola siamo alle prese con le parole. Una bella fatica! Ma certe volte riusciamo anche a divertirci: oggi, per esempio, ce l’abbiamo messa tutta, per scrivere questi versi. E quante discussioni, prima di trovare una soluzione!
Speriamo che il nostro piccolo dono ti piaccia: ci sono dentro i cuori di tutti noi.
Con affetto, le ragazze e i ragazzi della I B.
Preghiamo con te, che apri i nostri cuori
Alle domande del mondo.
Prendici per mano
Accogli i nostri pensieri
Forti e pieni di desiderio.
Raccontiamo il nostro sogno
Alle ali delle tue parole.
Nei giorni della gioia
Ci saremo.
Emozioni viaggianti
Sorriso sbocciante della Terra.
Coltiviamo con te
Orti di speranza.
Besana in Brianza, 8 febbraio 2017
Dimitri, Davide, Alessandro B., Angelica, Martino, Rachele, Vittoria, Pietro, Vittoria Francesca, Alessandro Karol, Giulia, Cristina, Sibilla, Sara, Martina, Anna, Gabriel, Giorgia, Alessandro S., Ester, Linh, Alessandro V., Alessandro Z.
Caro Papa Francesco, Besana in Brianza, 7 febbraio 2017
quando sei apparso per la prima volta alla finestra che si affaccia su Piazza San Pietro, mio nonno e io ci siamo commossi: lui perché si chiama Francesco come te, io perché ti ho subito trovato simpatico. Abito in una piccola cittadina della Brianza e a Roma non sono ancora stato, ma ti assicuro che il Vaticano sarà la prima tappa del mio viaggio, quando visiterò la Città Eterna. Una nostra compagna di classe ci ha raccontato che due anni fa ti ha visto da vicino, mentre attraversavi Piazza San Pietro con la tua auto: ha descritto il sole caldo di giugno che inondava il colonnato, e la tua figura che da lontano si faceva via via più distinta… Era emozionatissima – ci ha detto – e quel giorno non se lo dimenticherà. Ma io verrò al Parco di Monza, il prossimo 25 marzo, con i miei amici, i genitori e i miei insegnanti: sarà un privilegio e una festa grande celebrare la Santa Messa con te!
Caro Papa…, a dire il vero non so se sia proprio giusto rivolgersi a te così, come se fossi un amico, un famigliare: la prof. ci ha detto che bisognerebbe scrivere “Sua Santità”, ma secondo me tu sei un Papa che non ama i modi troppo cerimoniosi. Perciò ti parlo con la voce dell’affetto e spero che sorriderai. Non mi è mai capitato di scrivere una lettera al Papa e mai mi sono rivolto a una persona di pari importanza: sono felice di avere questa opportunità, ma mi sento anche un po’ in imbarazzo… Vorrei scriverti qualcosa di molto serio e significativo, qualcosa che possa restarti nel cuore, invece la mia testa mi sembra all’improvviso vuota, le mie parole banali: leggi tra le righe, caro Papa, leggi anche quello che non riesco a dire!
Ti ho visto in televisione, quando sei stato nei luoghi colpiti dal terremoto: ho sentito le tue parole di conforto, ho visto la tua mano tesa a stringere altre mani. Ho ascoltato le tue parole compassionevoli e severe, quando si è trattato di richiamare tutti gli uomini alla pace, alla giustizia, all’amore universale. So che sei un uomo buono, umile e generoso, e che ti piace stare tra la gente, perché il tuo cuore non conosce confini. Tutto quello che fai è importante e lascia il segno: specialmente dentro di noi, che siamo giovani e stiamo cercando di capire come è fatto il mondo e qual è il nostro compito, qui.
So anche che la “vita da papa” è difficile e piena di impegni faticosi: eppure sono sicuro che tu trovi il tempo di pregare per tutti noi, specialmente per chi si sente più debole e solo, e un pensiero lo dedichi sempre ai più piccoli, ai bambini, a tutti i ragazzi della Terra, e li affidi a Dio perché crescano nella conoscenza, nella libertà, nella gioia e nel gusto della vita. Anch’io prego per te: perché tu abbia salute, energia, coraggio, e tanta bellezza a confortarti l’anima. In tantissimi ti vogliamo bene, caro Papa: lo senti, questo Bene? Credo proprio di sì e che un po’ di forza possa venirti anche da noi.
Caro Papa, io ti ringrazio perché esisti e, con il tuo essere tra di noi, ci ricordi che esiste un Padre, esiste un Figlio, esiste uno Spirito che alimenta e sostiene tutti i nostri giorni, ciascuno con il suo tesoro. Ti ringrazio perché il tuo esserci rassicura la nostra fiducia nell’Uomo.
Caro Papa Francesco, finora ti ho scritto al singolare, ma nella mia voce ci sono le voci di tutti noi: siamo in ventuno, siamo la II A della Scuola secondaria di primo grado “Don Carlo San Martino” di Besana in Brianza. Perciò, nel salutarti, ti scrivo i nostri nomi, perché a tutti noi piace essere chiamati per nome. Caro Francesco, a salutarti, e ad attenderti con gioia, siamo Alberto, Chiara, Giulia, Davide, Matilde, Emma, Fabio, Lisa, Luca, Gabriele, Simone, Mattia, Nicole, Ilaria, Marcello, Alessandro, Lucrezia, Valentina, Gianmario, Alessandra, Lucrezia Viola.
Caro Papa Francesco,
i tuoi insegnamenti sono preziosi e ci aiutano a risolvere le fatiche quotidiane.
Abbiamo imparato dal tuo esempio che ogni essere umano, mentre percorre il sentiero della vita, dovrebbe voltarsi di tanto in tanto: c’è sempre qualcuno che è molto più indietro.
Che grande cosa è dargli una mano e, quando ciò non è possibile, bisogna rallentare il passo per non perderlo di vista.
A volte anche un sorriso può essere utile per riprendere il cammino della vita e godere della sua bellezza con un compagno.
Noi come classe ci impegniamo a farlo ogni giorno.
La III A della Scuola secondaria di I grado Don Carlo San Martino di Besana in Brianza