DO, RE, MI… emoziono
Un anno di “musica” nella nostra scuola: un progetto interdisciplinare per lo sviluppo della “competenza” emotiva e dell’affettività, alla base di qualsiasi apprendimento.
Anche quest’anno le numerose proposte formative della nostra scuola si inscrivono in un progetto interdisciplinare coerente e completo, per tutte le classi, dall’infanzia alla secondaria: il caleidoscopico mondo della musica. Per i greci antichi la musica era mousikè téchne, ovvero “l’arte delle Muse”: non distingueva tra di loro, almeno in origine, l’arte dei suoni, la poesia, il movimento – danza. Era dotata di proprietà terapeutiche e psicagogiche (sapeva cioè “guidare le anime”, rafforzando tutte le capacità spirituali), poteva prendersi cura delle nostre lacerazioni e ricomporre il microcosmo umano in equilibrio con il mondo.
Affondano le radici nelle origini dell’umanità i racconti mitici che descrivono il potere incantatorio del suono, ci parlano dei colori della nostra voce, dell’invenzione degli strumenti musicali e delle loro proprietà, dei rapporti – anche agonistici – che si stabiliscono tra gli uomini e gli dei attraverso la maggiore o minore abilità “musicale”. E ancora: non c’è religione i cui sacerdoti non “cantino”, e il canto è una presenza pressoché costante nel rito, come un punto di contatto privilegiato con il sacro.
Un anno di “musica” nella nostra scuola: un progetto interdisciplinare per lo sviluppo della “competenza” emotiva e dell’affettività, alla base di qualsiasi apprendimento.
Anche quest’anno le numerose proposte formative della nostra scuola si inscrivono in un progetto interdisciplinare coerente e completo, per tutte le classi, dall’infanzia alla secondaria: il caleidoscopico mondo della musica. Per i greci antichi la musica era mousikè téchne, ovvero “l’arte delle Muse”: non distingueva tra di loro, almeno in origine, l’arte dei suoni, la poesia, il movimento – danza. Era dotata di proprietà terapeutiche e psicagogiche (sapeva cioè “guidare le anime”, rafforzando tutte le capacità spirituali), poteva prendersi cura delle nostre lacerazioni e ricomporre il microcosmo umano in equilibrio con il mondo.
Affondano le radici nelle origini dell’umanità i racconti mitici che descrivono il potere incantatorio del suono, ci parlano dei colori della nostra voce, dell’invenzione degli strumenti musicali e delle loro proprietà, dei rapporti – anche agonistici – che si stabiliscono tra gli uomini e gli dei attraverso la maggiore o minore abilità “musicale”. E ancora: non c’è religione i cui sacerdoti non “cantino”, e il canto è una presenza pressoché costante nel rito, come un punto di contatto privilegiato con il sacro.
Quali sono le implicazioni pedagogiche attuali di questo pensiero millenario?
Quando parliamo di “musica” e di potenziamento della “competenza” emotiva attraverso la musica nella scuola, siamo culturalmente legittimati a farlo in senso ampio, originario, e non esclusivamente disciplinare (non “si fa musica” solo nelle “ore di musica”, esattamente come non si “fa italiano” solo nelle ore di italiano!): non stiamo infatti trattando la musica come pura “esecuzione”, e neppure soltanto come “codice-linguaggio”, mentre siamo convinti di maneggiare qualcosa che attinge profondamente alla nostra natura, e in particolare alla dimensione affettiva della nostra umanità. La capacità della musica di risvegliare associazioni emotive e di ricreare situazioni che coinvolgono l’intera sensibilità dell’essere umano è unica: dal frusciare di un sonaglio, allo scatenamento assordante di un rullio di tamburi, dalla più elementare monodia alle più complesse polifonie vocali, dalla linearità di un certo tipo di battito di mani al sapiente intrecciarsi di un insieme di percussioni, dalla raffinatezza di un’aria di violino alla rustica sonorità del richiamo emesso da un corno, o prodotto dallo strofinio di un chiodo.
La musica è architettura del tempo, gli conferisce una densità diversa da quella quotidiana, una materialità extra-ordinaria. La musica è, per sua essenza, movimento: trasformando il nostro modo di sentire il tempo e lo spazio, modifica la percezione che abbiamo del nostro corpo e del nostro “essere-nel-mondo”.
Lavorando con questo formidabile strumento di conoscenza e consapevolezza, auguriamo buon anno scolastico e buona musica a tutti!