Cyberbullismo: l’evoluzione del bullismo con internet
Il cyberbullismo è un fenomeno relativamente recente, se ne parla ormai da una decina d’anni e precisamente da quando l’utilizzo degli strumenti digitali ha ampliato i rischi di violenza perpetrata ai danni dei più deboli. Vediamo nel dettaglio come è evoluto il bullismo. Con il termine bullismo si identificano tutti i comportamenti aggressivi ripetitivi nei confronti di chi non è in grado di difendersi. Solitamente le dinamiche del bullismo sono sempre le stesse e ben definite: da una parte c’è il bullo cioè il violento e dall’altra parte c’è la vittima che subisce tali atteggiamenti. La violenza può essere fisica o psicologica ed in entrambi i casi gli effetti possono essere devastanti. Ma quando si può parlare di vero bullismo? Le principali caratteristiche sono l’intenzionalità del comportamento aggressivo e la sistematicità con cui si compiono le azioni aggressive fino a divenire persecutorie. Non basta infatti un episodio perché si possa definire bullismo un atto violento dove è evidente l’asimmetria di potere tra vittima e persecutore. Il bullismo ovviamente è un fenomeno che si attiva a tutte le età e sono molti gli ambienti in cui si manifesta: al lavoro, all’interno di organizzazioni sportive, e perfino in famiglia. La scuola però è purtroppo il luogo dove il bullismo affonda le sue radici, proprio per l’importanza che assumono le relazioni e l’equilibrio della loro costruzione. Equilibrio che si basa tutto sull’affermazione e il riconoscimento.
Bullismo e cyberbullismo: il cambiamento
Il bullismo non è scomparso lasciando il passo al cyberbullismo ma si è allargato ad un piano di interazione che fino ad un po’ di anni fa non esisteva, quello digitale. Al giorno d’oggi infatti le relazioni “virtuali” sono molto più concrete di ciò che si immaginava anche solo un decennio fa.
I comportamenti violenti che caratterizzano il bullismo sono:
– Offese, parolacce e insulti: normalmente indirizzati alla vittima in pubblico.
– Derisione per una caratteristica fisica: l’aspetto fisico, il modo di parlare o peggio essere soggetti speciali rende molto spesso vittime predilette perché “diverse in modo innegabile”;
– Diffamazione: la vittima in questo caso può essere presa di mira anche per qualcosa che spesso riguarda il nucleo famigliare;
– Esclusione per le proprie opinioni o azioni;
– Aggressioni fisiche: la violenza può trasformarsi da verbale e psicologica a fisica.
Rispetto al bullismo tradizionale, il cyberbullismo è invece caratterizzato da una serie di precondizioni dovute alla natura del contesto entro cui il cyberbullo si trova ad agire. Vediamo più nello specifico cos’è e quali condizioni lo differenziano dal bullismo in senso lato.
Cyberbullismo: definizione e differenze dal bullismo tradizionale
Con il termine cyberbullismo si indica una tipologia di bullismo offensivo e sistematico perpetrato tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali e, più in generale, attraverso la rete Internet. Il fenomeno consiste in uno o più atti di aggressione intenzionale compiuta contro una vittima da parte di uno o più individui attraverso strumenti di comunicazione elettronica come cellulari, computer e tablet.
Ma quali sono le caratteristiche e le differenze dal bullismo “tradizionale”?
- L’anonimato: i luoghi virtuali come per esempio le chat, i social network o anche i messaggi istantanei costituiscono infatti spazi protetti in cui è possibile operare in totale anonimato attraverso una modalità di relazione indiretta che non prevede l’incontro faccia a faccia. Anche se ogni comunicazione in rete lascia sempre delle tracce, per la vittima può essere molto difficile risalire all’identità del suo molestatore. Tale disparità di potere tra bullo e vittima consente al primo di agire indisturbato e impunito con comportamenti scorretti e aggressivi.
- L’assenza di limiti spazio-temporali: a differenza del bullismo che è sempre circoscritto all’interno di una o più aree fisiche specifiche, il cyberbullismo può colpire la vittima in ogni luogo e momento, ogni volta cioè che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo. Ciò contribuisce in misura rilevante a rendere più difficoltoso il riconoscimento e la gestione del fenomeno.
- Deresponsabilizzazione dell’individuo: la possibilità di essere in rete come “un’altra persona” assumendo un’identità finta- o comunque di mantenere una certa distanza fisica dalla vittima – crea delle dinamiche sociali per cui offendere, minacciare e perseguitare diventa più semplice e può apparire come un comportamento “meno grave”. In questo processo di deresponsabilizzazione non è implicato solo il cyberbullo ma anche chi semplicemente visiona un’immagine o un video e decide di condividerlo al pubblico potenzialmente infinito di Internet. Per identificare il fenomeno del cyberbullismo non è infatti necessario che l’atto offensivo o persecutorio sia reiterato nel tempo dallo stesso individuo, poiché le informazioni che vengono diffuse su Internet rimangono disponibili ai suoi utenti per lungo tempo e a prescindere dalle azioni successive compiute dal cyberbullo.
È possibile, quindi, distinguere il fenomeno del cyberbullismo in due tipologie connesse ai luoghi e agli strumenti utilizzati dal cyberbullo per i suoi atti di aggressione.
• Cyberbullismo diretto: quando il bullo utilizza strumenti di messaggistica istantanea per indirizzare alla vittima le sue aggressioni in forma diretta e immediata;
• Cyberbullismo indiretto: quando il bullo utilizza aree pubbliche della rete come chatroom, bacheche social e forum per diffondere ad altri utenti immagini o video denigratori nei confronti della vittima. In questa tipologia il pubblico di “spettatori”, trasformato in strumento di coinvolgimento e condivisione, è spinto dal bullo a essere parte attiva degli atti denigratori da lui compiuti nei confronti della vittima.
I principali pericoli sul web: tutti i nomi del cyberbullismo
E’ bene sapere che ci sono diverse forme di cyberbullismo e, in base alle differenti modalità con cui avviene l’aggressione, sono state individuate diverse categorie di cyberbullismo. Vi informiamo sulle principali:
• Flaming: messaggi online violenti e volgari indirizzati con lo scopo di suscitare vere e proprie battaglie verbali all’interno di forum e gruppi online. Il divertimento dell’aggressore è legato al piacere di insultare o minacciare il prossimo;
• Cyberstalking: ripetuti tentativi di contatto che il molestatore tenta di instaurare con la sua vittima attraverso l’utilizzo dei media digitali. Il fenomeno si verifica con più frequenza nell’ambito di relazioni sentimentali o amicali interrotte, e oltre a minacce e insulti può comprendere anche la diffusione di materiale privato -come video o fotografie della vittima- in possesso del cyberbullo;
• Denigration: diffusione, da parte del molestatore, di pettegolezzi, calunnie e offese all’interno di comunità virtuali allo scopo di danneggiare la reputazione della vittima. Questa modalità può comprendere anche la diffusione di materiale fotografico modificato con software di fotoritocco al fine di ridicolizzare la vittima o renderla protagonista di scene sessualmente esplicite;
• Impersonation: vera e propria sostituzione di persona che consiste nel violare l’identità virtuale della vittima con l’obiettivo di darle una cattiva immagine e danneggiarne la reputazione e le amicizie;
• Outing and Trickery: pubblicazione e diffusione di informazioni riservate e/o imbarazzanti estorte alla vittima con l’inganno, dopo aver instaurato con lei un clima di fiducia al solo scopo di danneggiarla;
• Exclusion: esclusione deliberata di una persona da un gruppo online allo scopo di suscitare in essa un sentimento di emarginazione;
• Happy slapping: diffusione online di materiale video in cui la vittima viene picchiata da uno o più aggressori. Le immagini pubblicate su Internet possono assumere un carattere di diffusione virale, aprendo discussioni e indebolendo la ulteriormente la vittima che, sia che venga difesa oppure no online, rimane intrappolata nel ruolo di vittima.
Vittima di cyberbullismo: quali sono i segnali e cosa fare?
I ragazzini sono sempre più spesso collegati ad internet ed ora, con la particolare situazione che stiamo vivendo per via del Coronavirus, le ore al computer sono legittimate dalla fruizione della didattica online. Quali sono i segnali a cui i genitori dovrebbero prestare attenzione e cosa fare nel caso in cui si sospetti un problema di questo genere?
I segnali che possono aiutare un genitore a capire se il proprio figlio è vittima di cyberbullismo sono diversi e dipendono dalla gravità della situazione:
– Allarme e agitazione se il genitore si avvicina al computer.
– Rifiuto o ansia ad utilizzare Internet.
– Lunghe chiamate telefoniche ed omissione dell’interlocutore.
– Immagini insolite trovate nel computer.
– Cancellazione della cronologia.
– Disturbi dell’alimentazione o del sonno.
– Disturbi psicosomatici (mal di pancia, mal di testa, ecc).
– Bassa autostima (https://rigola.doncarlosanmartino.org/autostima-bambini/) e capacità di argomentazione.
Ovviamente non è detto che questi segnali siano riconducibili ad una vittima di cyberbullismo però diciamo che se dovessero manifestarsi ci si dovrebbe porre in una situazione di ascolto con i propri figli e, nel caso in cui la situazione non ritorni alla normalità, rivolgersi alla scuola e a dei professionisti psicologi.
Istituto paritario Don Carlo San Martino – Rigola a Besana Brianza: sicurezza dei minori sul web
L’Istituto paritario Don Carlo San Martino – Rigola di Besana Brianza ha un progetto formativo dedicato proprio alla sicurezza dei minori sul web. L’Istituto si impegna a tutelare i propri studenti attraverso un progetto di informazione per loro e per i genitori ponendo l’attenzione su queste tematiche assieme all’associazione Massere.
E’ fondamentale che la scuola sia preparata ad accogliere e consigliare i genitori che dovessero trovarsi in situazioni sospette come quelle sopracitate ma soprattutto che grazie ai valori di dialogo e condivisione delle esperienze responsabilizzi i ragazzi sui possibili pericoli che esistono in rete. Con i tanti cambiamenti in corso è bene affidarsi ad un Istituto che riesca a coniugare valori e innovazione esattamente come succede all’Istituto paritario Don Carlo San Martino – Rigola a Besana Brianza.
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