Terzo appuntamento per i ragazzi della secondaria nel progetto sulla legalità e i diritti umani: I Giusti
Che cos’hanno in comune personaggi come: Giorgio Perlasca, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Giorgio Ambrosoli, Moshe Bejski, Lea Garofalo, Yolande Mukagasana, Nawal Soufi?
Che cos’hanno in comune personaggi come: Giorgio Perlasca, Libero Grassi, Giovanni Falcone, Giorgio Ambrosoli, Moshe Bejski, Lea Garofalo, Yolande Mukagasana, Nawal Soufi?
Nomi noti e meno noti nell’universo dei Giusti, che i ragazzi delle classi II A e III A hanno avuto modo di conoscere attraverso le biografie presentate durante l’incontro con la Presidente dell’Associazione «Senza confini», Roberta Miotto, il 22 marzo, nell’ambito del progetto interdisciplinare «Speak Trouth to power».
Chi sono i Giusti? Il termine Giusto è tratto dal passo della Bibbia che afferma: «Chi salva una vita salva il mondo intero». È stato applicato per la prima volta in Israele in riferimento a coloro che hanno salvato gli ebrei durante la persecuzione nazista in Europa. Il concetto di Giusto è stato ripreso per ricordare i tentativi di fermare lo sterminio del popolo armeno in Turchia nel 1915, e per estensione a tutti coloro che nel mondo hanno cercato o cercano di impedire il crimine di genocidio, di difendere i diritti umani, in primo luogo la dignità, nelle situazioni estreme, o che si battono per salvaguardare la verità e la memoria contro i ricorrenti tentativi di negare la realtà delle persecuzioni o di nascondere la verità per difendere interessi illeciti.
Molte sono le biografie che ci sono state presentate, ma in particolare quelle delle persone ricordate fino ad oggi nella Polveriera del Parco delle Groane di Solaro, nel Bosco dei Giusti. Insediamento militare e deposito di armi durante la Seconda Guerra mondiale, oggi la polveriera diviene spazio esteso a monito per tutti coloro che vogliono prendere esempio nella loro vita da chi ha sacrificato la propria per la giustizia e la solidarietà. Chi vuole saperne di più, troverà notizie interessanti nei cartelloni realizzati dagli studenti e ora in mostra nei corridoi della scuola secondaria.
Tra le storie che Roberta Miotto ci ha raccontato, ci piace qui ricordare quella di
Nawal Soufi, una ragazza catanese di 27 anni, di origini marocchine, conosciuta come «Lady S.O.S» o «angelo dei profughi». Nawal è l’angelo dei siriani in fuga dalla guerra. Ventisette anni, di origini marocchine, è arrivata a Catania da piccola: da lì oggi aiuta in modo volontario migliaia di migranti a sopravvivere al viaggio della disperazione nel Mediterraneo e a non cedere al racket degli «scafisti di terra». Vive con il cellulare sempre all’orecchio. Nonostante la giovane età, è diventata un punto di riferimento, non solo per i migranti e le loro famiglie, ma anche per le autorità che si occupano degli sbarchi di profughi e per molti media che la contattano e la intervistano. Era l’alba di una giornata d’estate del 2013 quando Nawal raccolse la prima chiamata dal mare. Una voce maschile le chiedeva di cercare i soccorsi. Erano 500 le persone su un’imbarcazione che stava per affondare.
Da allora le telefonate e i messaggi si sono ripetuti di giorno in giorno. Nawal si fa inviare le coordinate dell’imbarcazione, poi le comunica alla Guardia costiera, e con questo metodo ha salvato migliaia di vite.
A lei sarà dedicato un albero nel Parco delle Groane nel prossimo mese di maggio.
Non tutti siamo destinati a diventare eroi, forse pochi di noi compiranno imprese straordinarie, ma ognuno di noi può denunciare ciò che ritiene ingiusto senza rimanere indifferente. Ciò farebbe di ognuno di noi un Giusto.