Metodo Reggio Emilia: formazione ed educazione di successo
La scuola è l’ambiente all’interno del quale i bambini crescono e si sentono liberi di fare ma, soprattutto, liberi di essere.
Tutte le strutture che si occupano di formazione ed educazione meritano di avere puntate su di sé le luci dei riflettori, in quanto ad esse e, più nello specifico, alle persone che dedicano la propria vita all’insegnamento sono affidate le sorti sul futuro dei più piccoli.
Non è un caso che esistono diversi metodi di insegnamento, ognuno con propri obiettivi prefissati da perseguire, ognuno caratterizzato da un approccio diverso.
Nel corso degli anni, ha trovato terreno fertile per i suoi successi nel campo della formazione e dell’educazione, il metodo pedagogico Reggio Emilia, eccellenza tutta italiana che vede la luce proprio nella città emiliana, dalla quale prende in prestito il nome per poi trovare ampia diffusione su scala globale.
Il metodo Reggio Emilia è ispirato a valori e agli ideali specifici e largamente condivisibili: essi mirano a sottolineare l’importanza della persona e a riportare la considerazione della sua unicità al centro di tutto. Questa filosofia educativa è, dunque, fondamentale per mettere in risalto le qualità, le potenzialità, le doti ed i talenti di ogni bambino che verranno stimolate mediante l’applicazione del metodo pedagogico Reggio Emilia affinché il piccolo prenda autonomamente consapevolezza di ciò che può e che riesce a fare.
Pertanto, potremmo identificare il metodo Reggio Emilia come un approccio educativo diverso rispetto a quelli più tradizionali o conosciuti, che esalta la figura del singolo e le sue capacità, rendendo i bambini sempre più protagonisti nell’ambito della scuola.
Non è di certo un caso che il metodo Reggio Emilia punti su ogni bambino proprio considerandolo un allievo unico e sollecitando lo sviluppo fisico, personale e cognitivo mediamente l’applicazione di tecniche di insegnamento volte ad indagare le peculiarità e le caratteristiche proprie della sua personalità, al fine di garantire che il piccolo allievo possa crescere in modo equilibrato, maturando con i suoi tempi ed all’interno degli spazi più adeguati al suo sviluppo.
Il metodo pedagogico Reggio Emilia, nonostante sottolinei l’importanza della considerazione dell’autonomia e dell’indipendenza come fattori indispensabili per permettere ad un bambino di apprendere ed imparare, al tempo stesso, valorizza anche il concetto di comunità e favorisce, più nello specifico, il contatto e le relazioni con gli altri e l’ambiente circostante.
Secondo quanto già detto, il metodo Reggio Emilia è, dunque, un insieme di tecniche educative che, se applicate correttamente, rendono questo approccio formativo completo e valido per il raggiungimento di obiettivi prioritari in tutte le fasi della crescita.
Basti pensare che questo metodo si basa e si caratterizza per l’uso di ben 100 linguaggi umani e la sua applicazione ha trovato ampio spazio e riconoscimenti di merito anche in diverse scuole internazionali, che lo hanno considerato un vero e proprio modello al quale ispirarsi.
Le motivazioni del successo planetario del metodo pedagogico Reggio Emilia sono da ricercare nei valori e negli ideali al quale si ispira e che vedono nel rapporto scuola – famiglia, una colonna fondamentale sulla quale si regge questa tipologia di approccio educativo.
I concetti di “famiglia, familiarità, familiare”, devono riguardare la scuola e gli spazi vissuti dai bambini, oltre che la relazione con insegnanti, educatori, collaboratori che dovranno essere percepiti dai bambini come punti di riferimento.
Esclusiva del metodo pedagogico Reggio Emilia è la presenza di un atelier e dell’atelierista, rispettivamente il luogo dove trova libero spazio ed espressione la creatività e la figura preposta a stimolarla.
I 100 linguaggi del Metodo Reggio Emilia
Esprimersi con la libertà di poterlo fare per come si vuole, per come lo si sente, per come meglio si crede è una delle caratteristiche principali del metodo Reggio Emilia che, appunto, include ben 100 linguaggi che rappresentano tutte le possibili forme di espressione umana che chiamano in causa la correlazione tra tutti i sensi: è proprio grazie a questi numerosissimi linguaggi che il piccolo allievo si sentirà stimolato, sollecitato ad apprendere e ad adottare modelli di comportamenti consapevoli, indipendenti ed autonomi che determinano come conseguenza quella dello sviluppo simultaneo sia fisico sia cognitivo e, quindi anche la conoscenza dei diversi stati d’animo e delle sensazioni ad essi collegate.
Tra i meriti del metodo pedagogico Reggio Emilia, pertanto, c’è sicuramente quello di rendere il bambino protagonista assoluto della sua vita e di permettere anche ai più piccoli di crescere sulla base delle esperienze fatte: ciò comporta lo sviluppo della capacità logica e di ragionamento, quella di riconoscere determinate emozioni e di approcciarsi alle diverse situazioni vissute con linguaggi sempre diversi e considerati tutti di pari importanza.
Non solo parole, ma anche pensieri, messaggi trasmessi mediante il linguaggio paraverbale, il linguaggio del corpo, linguaggi diversi tra i quali scegliere quello con cui comunicare, anche in base al contesto in cui si trova il bambino.
Il metodo Reggio Emilia tende a valorizzare anche il concetto di libertà inteso come un set di atteggiamenti e di comportamenti dei più piccoli: questo aspetto è considerato di fondamentale importanza perché è solo mediante la conquista della libertà che il bambino si esprimerà e comunicherà come meglio gli riesce, facendo leva su quelle che sono le proprie personali e soggettive caratteristiche, doti, qualità ed abilità.
È proprio la base valoriale e la filosofia propria del metodo pedagogico Reggio Emilia ad aver determinato ed a determinare ancora oggi, il suo successo nel mondo.
Infatti, questo approccio educativo trova la sua grande fortuna nella convinzione che ogni bambino meriti di essere seguito singolarmente e, dato che ognuno ha la propria personalità, è giusto che la crescita del singolo sia seguita con l’adozione di un metodo di insegnamento differente a seconda del bambino.
Ciò comporta, quindi, la valutazione dell’approccio migliore da applicare in relazione alle capacità del piccolo.
In sintesi, dato che ogni bimbo ha le sue peculiarità caratteriali ed è diverso da ogni altro, allora diversa dovrà essere anche la tecnica educativa utilizzata che, nel caso del metodo Reggio Emilia, sarà modellata sulla base della personalità del destinatario degli insegnamenti, protagonista di esperienze proprie e, come tali, vissute in modo sempre diverso rispetto a come vengono affrontate dagli altri.
Metodo Reggio Emilia: origini, successo e destinatari
A questo punto, sarà utile offrire una panoramica, un excursus per capire meglio come il metodo pedagogico Reggio Emilia si è affermato prima in Italia per poi esplodere anche nel contesto educativo internazionale. In realtà, si tratta di un approccio educativo targato “Made in Italy” che fa parte della buona tradizione scolastica e che si presenta come un metodo di insegnamento già comprovato e di esperienza.
Infatti, il metodo Reggio Emilia nasce addirittura 60 anni fa: data ufficiale della sua adozione in campo scolastico è il 1963, anno in cui la sua adozione è stata messa in atto ed è divenuta concreta grazie alla volontà del pedagogista Loris Malaguzzi, che ha fortemente voluto è promosso la fondazione della scuola “Robinson” proprio a Reggio Emilia.
L’idea di Malaguzzi era quella di creare un approccio educativo diverso e che, in un certo senso, rompesse con il passato per proiettarsi nel futuro. Il pedagogista ebbe anche il merito di saper interpretare i cambiamenti della realtà sociale che determinavano nuove esigenze, nuovi bisogni educativi, ai quali la scuola avrebbe dovuto rispondere con un contatto diretto stabilito con la società, con la creazione di una rete di relazioni e con gli altri e con il mondo circostante.
Metodo Reggio Emilia: i destinatari
Chiaramente, dopo questa presentazione che ha imposto un tuffo nel passato, ora identifichiamo i destinatari ai quali il metodo pedagogico Reggio Emilia si rivolge.
Questo approccio educativo è rivolto a tutti i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. A questa ampia fetta di destinatari, va applicata una distinzione mediante la categorizzazione di due fasce d’età diverse: da un lato, tutti i bambini da 0 a 3 anni, dall’altro gli scolaretti dai 3 ai 6 anni.
Questa distinzione è necessaria semplicemente perché, a fasce di età differenti, corrisponderanno elaborazioni altrettanto varie.
Ciò che merita una precisazione è il fatto che il metodo pedagogico Reggio Emilia, negli anni, si è rivelato vincente e, chiaramente, ormai è un approccio tradizionale che accoglie la sfida del presente e di preparazione al futuro, tempi sulla base dei quali ha anche la capacità di modellarsi per accoglierne le nuove istanze.
Quello che è determinante è che chi ricorre all’uso del metodo Reggio Emilia ne sposi per intero i valori e la filosofia educativa: tutti gli insegnanti che avviano un percorso educativo sono molto preparati e competenti nell’applicazione dello stesso e seguono importanti ed imprescindibili linee guida che illustreremo subito di seguito.
I principi base del Metodo Reggio Emilia
Il metodo pedagogico Reggio Emilia guarda al bambino come un soggetto attivo capace di apprendere e comportarsi secondo le proprie doti, abilità, capacità.
Il bambino dovrà essere lasciato libero di esprimersi e l’applicazione del metodo Reggio Emilia dovrà essere flessibile e modellarsi sulla base delle richieste e delle necessità del bambino e dovrà avere come obiettivo supremo la sua crescita serena che possa avvenire in autonomia ed indipendenza. In questi concetti trova spazio la convinzione che non dovrà esistere o, comunque, non dovrà essere promossa una conoscenza preformata ma, piuttosto, il bambino dovrà acquisire una propria conoscenza che deriva dalla totale libertà di espressione, garantita attraverso i 100 diversi linguaggi identificati dal metodo Reggio Emilia.
Da ciò si può facilmente dedurre che questo approccio, in cui insegnanti ed educatori credono fortemente, diventa responsabilmente indicativo di un forte impulso alla libertà della fantasia che si traduce in creatività ed originalità, che ognuno svilupperà in base alle proprie esperienze. Il metodo pedagogico Reggio Emilia, pertanto, non fornisce preventivamente modelli di comportamento da adottare, né tantomeno definisce e distingue “giusto e sbagliato”, ma si pone l’obiettivo di fornire al bambino gli strumenti formativi necessari affinché lo stesso arrivi a maturare delle conoscenze, basate prevalentemente sulla libertà di espressione e sulla considerazione che ognuno preferisce un determinato linguaggio che fa proprio.
Più nello specifico, quindi, avremo tantissimi linguaggi differenti applicabili in diversi campi e contesti che, pur essendo sviluppati dal singolo, vengono immessi nel circuito della comunicazione e della relazione per permettere che si realizzi l’obiettivo della socializzazione e la percezione del senso di comunità, comportandosi però da protagonisti principali e non da spettatori.
Il successo del Metodo Reggio Emilia? Puntare sulla bellezza della famiglia
“Scuola – famiglia” è la relazione indissolubile sulla quale punta il metodo pedagogico Reggio Emilia che per ottenere risultati sempre positivi, per come preventivato, prevede una totale sinergia operativa tra le due componenti, agenti di socializzazione primaria e secondaria.
Affinché questo si possa realizzare, è prevista la partecipazione attiva dei genitori alla fase formativa ed educativa portata avanti dall’istituzione scolastica. Una cooperazione, quindi, che mira al raggiungimento di un obiettivo ultimo ed imprescindibile, quale quello di garantire al bambino che possa crescere in ambienti, spazi e contesti che regalano serenità ed armonia e che consentano ai piccoli di conoscersi a fondo, di prendere le misure anche nelle relazioni con gli altri e di manifestare liberamente la propria personalità.
Il metodo Reggio Emilia ed il superamento dei confini geografici e temporali
Come abbiamo già fatto presente, il metodo Reggio Emilia ha raggiunto la soglia dei 70 anni, nel corso dei quali si è affermato in tutto il mondo e questo immenso successo ha portato alla fondazione della “Reggio Children – Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità delle bambine e dei bambini”.
La sua applicazione è considerata il modello educativo al quale ispirarsi in particolare in America e nei paesi europei del nord, dove risulta particolarmente apprezzato tanto da indurre il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca a riconoscere ufficialmente il metodo Reggio Emilia come un approccio educativo di valore e valido per la formazione dei bambini da 0 a 6 anni.
Ed attualmente, nonostante abbia circa 70 anni, questa pratica formativa risulta particolarmente innovativa in quanto riconosce nella tecnologia un altro linguaggio tra quelli utilizzati per esprimersi liberamente.
Chi conosce il metodo Reggio Emilia sa bene che si tratta di una tecnica di insegnamento in divenire, ovvero assolutamente non statica. Infatti, tale metodologia è in continua evoluzione e, come abbiamo già osservato, interpreta i cambiamenti della società per modellarsi e rinnovarsi sulla base degli stessi.
Infatti, sono continui gli aggiornamenti ai quali il metodo Reggio Emilia viene sottoposto e nei confronti dei quali, pur mantenendo sempre Fede ai suoi principi, ideali e valori, appare versatile e flessibile.
Per riportare un esempio concreto che fa riferimento alla realtà, facciamo cenno ad uno degli istituti che ha trovato nell’adozione del metodo pedagogico Reggio Emilia, uno straordinario punto di forza per presentare la propria offerta formativa ed ottenere sempre maggiore fiducia, oltre che rafforzare la propria buona reputazione e la propria positiva immagine. Tutto ciò si traduce in un’ottima percezione di cui tale istituto gode anche al di fuori delle mura scolastiche. Si tratta della scuola paritaria “Don Carlo San Martino – Rigola” di Besana Brianza che, da anni, si occupa della formazione e dell’educazione dei bambini e mira alla valorizzazione della persona mediante lo sviluppo delle sue proprie capacità ed abilità.
“Don Carlo San Martino – Rigola” coglie alcune opportunità date dal metodo reggiano
È l’istituto paritario “Don Carlo San Martino – Rigola” di Besana Brianza ad inanellare continui successi nel campo della formazione, in cui l’esperienza e la professionalità sono il cuore del progetto educativo.
In questo contesto scolastico, il ricordo al metodo Reggio Emilia non è di certo casuale ma è diventato un riferimento educativo a causa della condivisione di valori positivi che vengono veicolati e trasmessi anche ai piccoli alunni, mediante lo svolgimento di apposite attività, molte delle quali di tipo laboratoriale. È proprio qui che il metodo Reggio Emilia trova facile applicazione, in quanto si tende al raggiungimento di un obiettivo preciso: i bambini, mediante la promozione di attività ludiche, imparano divertendosi e si sentono liberi di esprimersi ricorrendo all’uso di quello che – per loro – è considerato il migliore linguaggio.
All’istituto “Don Carlo San Martino – Rigola” anche gli spazi vengono realizzati ed adeguati per fungere da ulteriore stimolo alla creatività ed alla fantasia, nel pieno rispetto della logica dell’atelier, punto focale del metodo pedagogico Reggio Emilia.
Il divertimento e la spensieratezza creano un coinvolgimento non solo emotivo ma anche razionale, permettendo che avvenga lo sviluppo di entrambi gli emisferi cerebrali: quello sinistro sede della logica e del ragionamento e quello destro sede delle emozioni e dei sentimenti e, quindi, dell’irrazionalità e dell’inconscio.
Nella scuola paritaria di Besana Brianza, il ricorso al metodo Reggio Emilia è rintracciabile anche nell’apprendimento autonomo ed indipendente di valori largamente condivisibili quali quelli dell’integrazione, dell’inclusione sociale, del rispetto nei confronti del prossimo e dell’ambiente circostante, della conquista della libertà come momento supremo, attraverso la conoscenza di sé come azione prioritaria che diventa spontanea.
Proprio prendendo spunto dal metodo pedagogico Reggio Emilia, l’istituto “Don Carlo San Martino – Rigola” lavora moltissimo con i laboratori, organizzati per fare in modo che ogni bambino trovi la sua dimensione ideale. E, infatti, si passa dalle attività legate al mondo dell’arte a quelle della danza, da quelle musicali a quelle sportive, con particolare attenzione anche ai lavoratori scientifici e linguistici, oltre che teatrali.
Ma a Rigola sono diversi anche i progetti avviati e che coinvolgono la maggior parte dei piccoli studenti: si tratta di apposite “lezioni” tenute sull’alimentazione con riferimenti alla salute oppure di sensibilizzazione alla tematica dell’ambiente, oltre che piccoli esperimenti scientifici che lasceranno i bimbi a bocca aperta. Insomma, l’istituto paritario “Don Carlo San Martino – Rigola” rende i piccoli, protagonisti attivi della vita scolastica e ciò diventa parametro fondamentale per la condivisione del metodo Reggio Emilia.
Quindi, un suggerimento importante per chi si trova nella condizione di dover effettuare l’iscrizione alla scuola dell’infanzia, materna, primaria o secondaria dei propri figli, è quello di informarsi su istituti come questo che mirano alla valorizzazione della persona.