incontro degli studenti di Rigola e Lucino con la ginnasta Giorgia Greco
19 aprile 2021
La Nike di Samotracia è una scultura in marmo della scuola di Rodia, attribuita a Pitocrito, databile al 200-180 a.C. circa e oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi, che raffigura la dea Nike. È collocata in cima allo scalone che collega la Galerie d’Apollon, dove Napoleone la volle, in seguito al ritrovamento nel 1863, come posto d’onore e lì si trova ancora oggi.
Nike è un personaggio della mitologia greca, figlia del titano Pallante e della ninfa Oceanina Stige ed è la personificazione della vittoria sportiva e bellica. Nike viene raffigurata come donna con le ali, da qui l’appellativo di Vittoria Alata, a cui si è ispirato, imitandone l’ala, il noto logo di scarpe sportive NIKE. Certo, è un’opera molto famosa, ammirata ogni anno da migliaia di turisti, ma che cosa c’è di così seducente in questa scultura che da secoli attira così tanti sguardi? Sicuramente lo splendore della composizione, il candore del marmo, la slancio della posizione della figura, le pieghe dell’abito che aderiscono morbidamente al corpo della dea.
Ma c’è un elemento che la rende affascinante: è il fatto che sia acefala e senza braccia, è il vuoto che chiede di essere completato, e noi siamo tutti lì a coglierne l’incompletezza nella quale ci riconosciamo come essere umani. Perfezione viene dal verbo latino perficio: un verbo che significa compiere, completare, finire, fare completamente. Perfectum è il participio perfetto, appunto, e vuol dire “fatto, compiuto, concluso”. Ma è l’imperfezione della Nike che suscita in noi emozioni forti e contrastanti: la vera perfezione è sentirsi sempre un cerchio che non si è ancora chiuso, in costante divenire verso il miglioramento. L’inganno della perfezione è tutto qui: noi vi aspiriamo molto spesso, ignorando quanto perfetto sia sinonimo di finito e quindi inerte, immobile, terminato. La bellezza della vita invece è la tensione della imperfezione verso la pienezza. È l’imperfezione che ci rende vivi.
Questa lezione l’ho capita pienamente quando ho conosciuto Giorgia Greco, la ginnasta che è arrivata alle finali di Italia’s Got Talent con un’esibizione di ginnastica ritmica eseguita con una sola gamba: l’altra gliel’hanno dovuta amputare quando aveva sette anni per salvarla da un osteosarcoma al femore. La Divina del nuoto, Federica Pellegrini, giudice al talent, l’ha spedita in finale premendo il Golden Buzzer con queste parole: Io vedo solo una cosa, stasera, la tua bravura.
La ginnastica ritmica è stata per Giorgia il suo primo amore. E quando tutto sembrava perduto, la sua passione è stata essenziale per aiutarla a ricominciare. Certo la strada è stata tortuosa e lunga, ma Giorgia, accompagnata dalla sua allenatrice, Alessia Carminati, va avanti giorno dopo giorno con grande determinazione nella sua società sportiva, la Sesto Ritmic Dreams di Sesto San Giovanni.
Grazie al nostro educatore Andrea Melzi, promotore dell’iniziativa a sostegno del progetto educativo di inclusione in corso a Rigola, che ha frequentato con Alessia, a Milano, la facoltà magistrale di Scienze motorie, avremo la fortuna di avere Giorgia tra noi, anche solo in video chiamata, LUNEDÌ 26 Aprile, dalle 15,00 alle 16,00 per raccontarci la sua storia. Saranno collegati tutti i ragazzi della scuola secondaria di Rigola e quelli della classe terza di Montano Lucino.
Aspettando con trepidazione questo importante appuntamento con una star della televisione e non solo, una stella tra le stelle, quale è Giorgia, a mio parere, c’è una cosa che vorrei dire a tutti i miei alunni, che sono in preda a un’ansia di perfezione che li blocca e li fa sentire incapaci o negati solo perché non raggiungono un ideale che non esiste. Non preoccupatevi se non siete perfettamente quello che vorreste essere, se qualcosa si mette tra voi e i vostri sogni, perché la parola perfetto significa in realtà concluso, finito, chiuso. Se non siete perfetti, semplicemente significa che non siete finiti. Se non siete perfetti, significa che siete ancora vivi.
Giorgia ce lo ha gridato con ogni suo muscolo e ogni sua battaglia, e siamo qui ad ammirarla oggi, esattamente come facciamo ancora, dopo millenni, di fronte alla Nike di Samotracia.
Jolanda Caprioli
30 aprile 2021
Che incontro emozionante e ricco di insegnamenti, quello con Giorgia!I ragazzi di 2A e di 3A secondaria hanno partecipato con entusiasmo, ascoltando la testimonianza di questa ragazza carica di positività, forza d’animo e ambizione.
A Giorgia hanno regalato una palla firmata da tutti loro, e a noi, invece, hanno regalato delle riflessioni preziose, che condividiamo con tutti voi!
Ragazzi classe 2A – pensieri e riflessioni
Ciao Giorgia,
l’incontro online con te il 26 Aprile, ci ha sollecitato a riflettere; in classe ci siamo confrontati e ti riportiamo qui sotto le nostre riflessioni.
“Il tuo sorriso e i tuoi occhi trasmettono tanta forza. Hai avuto un coraggio da leoni, che ti ha permesso di lottare per te stessa e per la tua passione.”
“La tua forza interiore ti ha consentito di inseguire i tuoi sogni, di coltivare la passione per la ginnastica ritmica, nella quale, nonostante la malattia che ti ha colpita, continui ad ottenere grandi risultati.
La tua esperienza è un insegnamento per tutti noi, che spesso, dinnanzi agli ostacoli che incontriamo, veniamo sopraffatti dalle paure.
È ammirevole la tua dimostrazione di resilienza, perché non è da tutti cercare di condurre una vita normale, senza lasciarsi sopraffare dallo sconforto per quanto di difficile può capitare e senza lasciarsi condizionare dalla possibile commiserazione altrui.”
“La tua testimonianza rappresenta per noi un punto di riferimento, perché hai sempre inseguito la tua passione anche di fronte a difficoltà che sembravano insormontabili; non ti sei arresa.
Quando incontreremo delle difficoltà, il nostro pensiero andrà a te e ci aiuterà a non lasciarci andare, ad impegnarci maggiormente per realizzare i nostri sogni.”
“Grazie per averci insegnato a credere di più nelle nostre risorse e nei nostri sogni.”
Ti auguriamo tanta felicità e speriamo di incontrarti di persona al Summer Camp presso la nostra scuola.
I ragazzi di seconda A di Rigola.
Ragazzi classe 3A – pensieri e riflessioni
Resilienza: /re·si·lièn·za/ sostantivo femminile.
In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Se tutti ci fermassimo a pensare e a elaborare questo concetto arriveremmo alla conclusione che tu sei la perfetta dimostrazione della “resilienza”; tanto che forse forse, ci dovrebbe stare scritto il tuo nome tra parentesi subito dopo.
Noi possiamo anche provarci ad immaginare come dev’essere stata la tua esperienza; la verità è che anche se volessimo non potremmo, mai.
La tua storia ci conferma che solo le persone come te, sostenute da sogni che le circondano come delle auree, come scudi invisibili al nostro occhio, ma perfettamente percepibili, riescono ad affrontare le avversità più dure con determinazione e forza come hai fatto tu.
Quindi, per quanto scontato in queste situazioni di circostanza possa sembrare un “ti ammiriamo”, ci sentiamo di dirtelo dal profondo dei nostri cuori, con grande sincerità.
Grazie Giorgia per averci dato la conferma che nella vita si può tutto, per averci resi parte del tuo mondo, per avere grandi occhi che brillano anche solo al nominare la tua passione.
Grazie per aver condiviso con noi la tua storia, per come ci hai aperto gli occhi: nella vita possiamo decidere di rinunciare, perché sembra l’unica opzione possibile o perché è quella più facile, oppure possiamo decidere di metterci in gioco con la tua stessa voglia di fare e di emozionare noi stessi, e gli altri che ci guardano.
Ci incanta solo anche pensare alla tua costanza, al tuo coraggio e alla tua determinazione, perché niente e nessuno è stato in grado di abbatterti.
Sei forte, grazie per averci donato anche solo un briciolo di questa tua forza, è uno sprone a non rinunciare e prima o poi nella vita ci tornerà utile.
Grazie Giorgia Greco per esserti mostrata per quella che sei: una giovane adolescente, che ha abbattuto ogni tipo di stereotipo e di barriera possibile con il solo obbiettivo di riprenderti la tua vita e la tua felicità.
Ti auguriamo un futuro pieno di gioia e felicità.
I ragazzi di terza A di Rigola.
Tag:caparbietà, imperfezione+, perfezione, sogno