Non è mai troppo presto per parlare di filosofia!
Una serie di recenti studi realizzati in varie parti d’Europa hanno dimostrato come la filosofia possa trasformarsi in un importante strumento cognitivo per i bambini. La filosofia per bambini, però, non deve essere intesa come studio della storia della filosofia, ma come un’occasione per acquisire maggiori abilità relative al “pensiero critico e costruttivo”. Ciò significa imparare a porre e porsi domande, costruire argomentazioni e trovare strategie comunicative.
L’esercizio filosofico aumenta le capacità di dire, pensare, ascoltare e ragionare con la propria testa.
Osservando in questo primo periodo i gruppi eterogenei presenti nelle due sezioni, l’equipe educativa ha valutato estremamente utile utilizzare questo approccio nello sviluppo della programmazione annuale. I bambini sono portatori naturali di domande filosofiche e, in particolare, in questi due gruppi sono presenti peculiarità che ben possono emergere adottando questo strumento quotidianamente.
Come introdurremo la filosofia nella scuola dell’infanzia, adattandola all’età dei suoi fruitori e facendo in modo che i bambini possano trovarne giovamento nel loro percorso di crescita cognitiva ed emotiva?
Attraverso il dialogo che si svolge formulando domande, andremo ad alimentare la meraviglia dei bambini senza influenzare le loro risposte.
Con il tempo proveremo a far emergere la bellezza di poter confrontare i punti di vista diversi grazie ai quali il dialogo si arricchisce e consente di arrivare tutti insieme un po’ oltre a ciò che avremmo pensato da soli. La presenza di personalità forti e diverse ci ha fatto riflettere sulla necessità di arrivare a valorizzare la diversità, a farne una risorsa per crescere insieme. Diversità non solo fisica, ma anche e soprattutto di pensiero.
Ci verrà in aiuto una marionetta “filosofo” che diventerà elemento riconosciuto dai bambini e portavoce di frammenti molto brevi di filosofi antichi, presentati ai bambini come enigmi, misteri da risolvere. Approfondiremo poi ciascuna riflessione grazie all’aiuto di Albi illustrati precedentemente selezionati. Le immagini in essi contenuti ben si prestano come punto di partenza di queste riflessioni. I libri sono una porta delle idee, come possono esserlo i viaggi, i racconti, le conversazioni, e così via. (ad es. «Un’idea!» di Hervé Tullet, nel quale, pagina dopo pagina, con giochi di linee o macchie colorate accompagnati da brevi frasi, viene descritto il processo con cui si arriva ad avere un’idea).
Il primo approccio alla filosofia ha visto come protagonista “I porcospini” di Schopenhauer.
I porcospini di Schopenhauer affronta il tema della giusta distanza, con un racconto del filosofo tedesco nel quale il tema del limite si collega a quello della giusta distanza e alla gestione del conflitto. «Dei porcospini in una fredda giornata d’inverno si strinsero vicini, per proteggersi col calore reciproco dal rimanere assiderati. Ben presto però sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò di nuovo a stare insieme si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione». La storia, tradotta dalla versione originale, può essere proposta a bambini chiedendo come quegli animali potrebbero cavarsela bene nella situazione difficile nella quale si trovano. Nelle frasi dei bambini compare a un certo punto la parola «limite»: «Quando i ricci sono tutti attaccati si fanno male, se sono lontani hanno freddo, c’è il limite del troppo freddo e del troppo male». Qui ci si potrebbe collegare al frammento Nulla di troppo che approfondisce il tema del limite. Volendo esplicitare la morale della favola, si potrebbe dire così: pur non avendo aculei, anche tra bambini si può stare vicini riscaldandosi con l’amicizia e prendendosi cura gli uni degli altri, o dandosi fastidio e facendosi male.
Il progetto è stato presentato alla classe dalle Professoressa Claudia Perego attraverso un gioco di luci e ombre, per esplicitare il concetto de “la giusta distanza”. La riflessione scaturita con l’insegnante è stata duplice: da un lato la giusta distanza fisica, corporea, la collaborazione tra pari che non richiede necessariamente contatto, sia in campo grafico pittorico che motorio. Fondamentale in tal senso la sperimentazione condotta da Andrea Melzi durante l’ora di psicomotricità che, attraverso giochi di regole, ci ha permesso di testare in prima persona questo rispetto dello spazio corporeo personale e degli amici. Dall’altra parte la giusta distanza emotiva che si traduce in un aumento dell’autostima per scardinare la dipendenza emotiva verso l’amico.
In questo primo progetto filosofico, gli albi illustrati e il gioco sono stati fondamentali per poter aiutare i bambini a comprenderne il senso fino in fondo e trovare una morale.
Anche per le prossime riflessioni filosofiche, utilizzeremo questi due importanti strumenti: gli albi illustrati, per avviare la discussione o per rilanciare pensieri già emersi, per aumentare i tempi di attenzione e ascolto; il gioco, e le attività psicomotorie, per sperimentare la giusta distanza, quindi imparare a rispettare il proprio spazio e quello dei compagni (navicelle spaziali, il treno…).