Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza: visita al Memoriale della Shoah
Indifferenza: la parola che ci accoglie all’ingresso del Memoriale della Shoah, Milano, Stazione Centrale, binario 21. Un muro enorme, imponente, grigio, freddo e questa parola, incisa per sempre. Le chiacchiere dei ragazzi si interrompono, cala il silenzio. Comincia così il viaggio degli studenti di Rigola alla scoperta del lato oscuro dell’umanità. Un viaggio faticoso, ma necessario. Un viaggio per non dimenticare. Un viaggio per crescere. La guida parla, racconta, si indigna. I ragazzi intervengono, chiedono, si stupiscono. Ed è così che, in una mattina di gennaio, la loro consapevolezza cresce. Al termine della visita, ognuno di loro prenderà un pennello, lo immergerà nella tempera e lascerà un segno su un grande folgio bianco: un segno UNICO, irripetibile. Perchè solo ricordando l’unicità di ogni essere umano potremo riconoscere la sua dignità. E solo riconoscendone la dignità non potremo essere indifferenti al suo destino. Perchè, come disse Elie Wiesel, scrittore ebreo sopravvissuto all’olocausto, “il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza”.