Storie di immigrazione: dalla TURCHIA ad ARCORE su un barcone
Salve a tutti, quest’anno durante le ore di Educazione civica, in Italiano, abbiamo approfondito molti argomenti: la Costituzione italiana, i diritti umani, la parità di genere e molto altro …
Nell’ambito dei Diritti umani, molti di noi hanno fatto un’intervista ad alcuni immigrati in Italia ed è così che ho fatto conoscere alla mia classe KADIR A., un trentenne che ha una storia molto interessante.
Kadir è un curdo ed è venuto in Italia quando aveva cinque anni; ha vissuto in guerra e l’unica speranza per un futuro migliore era fuggire.
È venuto in Italia con una nave mercantile illegale, ma non era la sua meta, infatti, doveva arrivare in Germania. Quando sono finiti i soldi, Kadir si è fermato in Calabria, a Crotone, in una comunità di accoglienza per minori.
È venuto in Italia con sua la sua matrigna (perché sua madre biologica era morta in Kurdistan), e i suoi otto fratelli; successivamente sono stati trasferiti al centro di accoglienza a Cortenuova per circa dieci anni. In seguito, sono stati trasferiti a Renate, dove Kadir ha iniziato ad andare a scuola e a frequentare le scuole medie.
Kadir si trova molto bene in Italia, ma vorrebbe che lo Stato italiano aiutasse un po’di più le persone straniere, che si rendono utili alla comunità nello svolgere anche le mansioni che tanti italiani si rifiutano di fare. Vorrebbe anche lì agevolassero nel prendere la cittadinanza italiana.
Kadir, dopo aver lavorato come cameriere e responsabile in alcuni ristoranti, ha deciso di aprire lui stesso una rosticceria proprio ad Arcore, nel cuore della Brianza; un negozio di gastronomia con specialità a base di pollo, ma anche primi piatti, lasagne, paella, olive ascolane e mozzarelline, solo per fare qualche esempio.
Kadir promette di conquistare i palati più raffinati ed esigenti. Con la specialità del pollo allo spiedo cotto in maniera uniforme a raggi infrarossi con una temperatura di 170 gradi: è riuscito a conquistare me e la mia famiglia e spero conquisti anche voi: una storia di speranza e integrazione.
Articolo scritto da uno studente di IIIB
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