Il cammino verso Gesu’, verso il cuore di Dio
Sabato 19 dicembre celebriamo con don Mauro la Santa Messa di Natale e festeggiamo la presenza amorosa delle nostre suore nella <<casa comune>> di Rigola. Ci scambiamo gli auguri, e il primo è che sappiamo riconoscere con i nostri occhi la misericordia di Dio.
Sabato 19 dicembre celebriamo con don Mauro la Santa Messa di Natale e festeggiamo la presenza amorosa delle nostre suore nella <<casa comune>> di Rigola. Ci scambiamo gli auguri, e il primo è che sappiamo riconoscere con i nostri occhi la misericordia di Dio.
Non c’è altro tempo dell’anno cristiano che più dell’Avvento abbia la forma e la sostanza del viaggio. Fu un viaggio, anzi una fuga, quella di Maria e Giuseppe verso Betlemme. Fu un accorrere denso di attesa e meraviglia quello degli umili pastori e dei magi portatori di ricchi doni. E così, sulle tracce di quelle remote strade, si rinnova ogni anno il nostro attendere un fatto che continua a essere sconvolgente e scandaloso per l’umanità, per la storia, per ciascuno di noi nell’intimo della sua persona: la nascita di un uomo che ci esorta ad amarci gli uni gli altri, dicendo che siamo tutti uguali, tutti pari di fronte al mistero insondabile da cui siamo venuti, nella polvere e nell’anima di cui siamo fatti. Tutti destinati all’amore ineffabile e misericordioso di Dio.
A scuola in queste settimane il nostro cammino verso Gesù è stato accompagnato da don Mauro, che ogni lunedì ci ha proposto una pagina del Vangelo per avvicinarci a Lui pronti nel cuore e nella mente: il fariseo e il pubblicano, la dracma perduta, la pecorella smarrita, il padre misericordioso… E il filo conduttore delle riflessioni è stato proprio quello della <<misericordia>>, il grande tema dell’Anno Santo aperto da Papa Francesco lo scorso 8 dicembre. La misericordia, come dice l’ etimologia della parola, è il sentimento che tocca e muove il nostro cuore di fronte alla <<miseria>>, nostra e degli altri. Ma il termine <<miseria>> non è, in questo caso, né spregiativo né puramente materiale, bensì esprime il senso della nostra piccolezza di fronte all’immensità di Dio. Un Dio che, a sua volta, si china verso di noi proprio attraverso la sua misericordia, in forza della quale assume su di sé il nostro limite e ci fa crescere con amore: lo stesso con cui una madre alimenta il suo bambino. <<Questa parola – disse il Papa nel suo primo Angelus, il 17 marzo 2013 –cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire. Cambia il mondo.>> La misericordia è il <<cuore di Dio per i miseri>>, ha molti volti e molti attributi, ma tutti rientrano nel campo semantico dell’amore: è amicizia, bontà, indulgenza, perdono, grazia…
Senza la circolazione dell’amore tutte le altre virtù impallidiscono, persino la giustizia. Per questo Papa Francesco ha voluto il Giubileo della Misericordia, per richiamarci alla prima vocazione del nostro essere seguaci di Gesù: amarci e amare senza risparmio e senza condizioni, dimenticare le offese, custodire soltanto il Bene nel cuore. Non è retorica sentimentale, questo amore, ma quanto di più grande si possa concepire con l’intelligenza: <<Oltre la mente c’è il mistero, ma oltre il mistero c’è la misericordia>>, scriveva il pensatore ebreo Abraham J. Heschel a proposito della verità più profonda di Dio. Una vocazione altissima, a cui non è facile tenere fede, specialmente quando la crudeltà e il male spargono i loro semi velenosi vicino a noi, dentro le nostre giornate, incrinando anche le certezze più salde: perciò l’anno giubilare della misericordia vuole portarci di nuovo verso il messaggio inaudito di Gesù e rispondere, con le sue parole e la sua vita, all’anelito di pace che germoglia nell’anima dell’uomo. Una tensione che ci riguarda e ci coinvolge tutti, anche nelle nostre aule, dai più piccoli ai ragazzi, agli adulti.
Ed è senza dubbio una storia di amore misericordioso quella che ha animato a Rigola la comunità delle Suore Ancelle della Provvidenza, che si sono nutrite del carisma di don Carlo San Martino e lo hanno tenuto vivo nel tempo: prima come educatrici, insegnanti, e <<famiglia>> delle ragazze affidate al Pio Istituto, poi come preziose collaboratrici della scuola di oggi, presenze affettuose e accoglienti per gli alunni, i genitori, gli insegnanti e tutte le persone che qui spendono, con l’impegno educativo e il lavoro quotidiano, una parte significativa della loro vita. La Santa Messa di sabato 19 (alle ore 15. 30 nella Basilica Romana Minore di Besana) è dedicata in particolare alla superiora suor Mariangela, e a suor Augusta, suor Maria, suor Anna Maria, che in questi giorni si sono trasferite nella casa-madre dell’ordine religioso, a Bergamo Alta, per poter continuare a vivere in pienezza la vocazione comunitaria, in una situazione adatta alla loro età e al loro stato di salute. La profonda riconoscenza di tutti noi, la tenerezza dei pensieri e dei gesti, in questo sabato che ci prepara al Santo Natale, sono interamente per le nostre <<ziette>>.
Perciò, dopo la celebrazione in chiesa, un momento di festa e di condivisione con le suore e per tutti, a Rigola: perché il Natale porta la sua luce e la bellezza della nascita nelle case, nelle famiglie, dovunque si intessano legami importanti e fecondi, e i primi auguri sono quelli che ciascuno di noi scambia con i suoi cari. Musica nell’aria e dolci sulla tavola, dunque, per rinnovare gli uni con gli altri l’impegno a essere bambini e bambine, uomini e donne che vogliono imparare a comprendere, abbracciare, donarsi: essere portatori di misericordia e umili abbastanza da lasciarsene toccare.
Auguri, per un Natale che ci aiuti a essere buoni.