Gonfiamo le vele e ripartiamo insieme per il nuovo anno scolastico!
“La vita è il mare delle conoscenze. In classe, come nella vita, dobbiamo alzare le vele talvolta a favore di vento, altre volte controvento, ma dobbiamo continuare a navigare per non andare alla deriva.”
E quale miglior modo per attualizzare queste parole di Romano Battaglia che iniziare l’anno scolastico con un corso di vela?
Gli alunni della secondaria hanno iniziato così, nel mese di Settembre, partecipando ad un corso di vela presso Orza minore SSD, scuola di Dervio, affiliata alla Federazione Italiana vela e UISP Vela, che da anni aderisce al progetto Velascuola promosso dal MIUR.
Questa esperienza straordinaria è stata proposta all’interno del tema di quest’anno pensato per tutti gli ordini di scuola del nostro Istituto, oltre che nel più ampio progetto di accoglienza e inclusione da tempo presente nella nostra scuola.
Questo il titolo:
RIGOLA
PAESAGGIO
APERTO
Km Zero, la cultura è di casa…per approdare dove?*
Ci siamo ispirati a questa frase del Greppi perché, in questa semplice e concisa domanda, l’artista riesce a condensare il suo desiderio di approdo, non solo geografico, ma spirituale, in quella che era per lui una continua ricerca della bellezza in senso lato, perché, se la sappiamo guardare, possiamo ritrovarci.
Vogliamo provarci anche noi quest’anno, in un viaggio ottimista sia sulle illimitate possibilità della creatività umana che sulla forza della comunità e del territorio. La riscoperta del nostro territorio, il tornare alle radici, il partire da vicino sono aspetti fondamentali del percorso di quest’anno a Rigola, ma la domanda centrale è “PER ANDARE DOVE?”.
Ogni viaggio parte “da casa”, da noi, ma ha una destinazione che può essere più o meno lontana. È movimento, che raccoglie in sé sia il concetto primitivo dello spostamento fisico, dell’azione, del moto che della scossa potente degli animi (cum – mověo), come compare nel Vecchio Testamento “quae animos vehementer commoveant”. Questa accezione biblico-mistica si porta dentro il concetto di “Mistero”, tutte le domande metafisiche del perché siamo qui e dove siamo destinati ad andare. È un’ode alla “meraviglia” del cammino, perché ci consente di contemplare la bellezza del Creato, la sua unicità e il suo valore, che entrano negli occhi di chi li incontra, cambiandolo. E allora ecco il movimento come cambiamento, nella sua dimensione etica. Il Mondo è prezioso, “pretiosus”, da “pretium “, ha in sé sia l’idea di pregio che di prezzo. E da qui l’etica diventa imperativo categorico Kantiano, costa fatica, impegno, è un dovere. Ma anche per Kant, in ultimo, a muovere questo obbligo è il Sublime e la logica dell’irrazionale: l’intrinseca bellezza e potenza della Natura, “due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me”.
Muoviamoci dunque, mettiamoci in cammino e osserviamo la natura, lasciamoci travolgere dalla sua magnificenza. Il ciclo dell’acqua, il suo viaggio, la bellezza dei fiume dei mari degli oceani e la potenza dei temporali. Il valore dell’acqua (di nuovo, il suo PREZZO), un bene inestimabile, in pericolo. E di nuovo il nostro doverci far muovere dà un senso di responsabilità e voglia di cambiamento.
Infine, ci piace vedere il movimento come spostamento non solo nello spazio, ma nel tempo e questo spalanca alla possibilità (necessità ineluttabile) del cambiamento. Noi ci muoviamo e cambiamo; chi parte non è la stessa persona che torna; la vita è cambiamento costante, ciò che “ci attraversa” e “attraversiamo”, ci modifica. La natura e il passaggio sono in continua evoluzione: “nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo” – Eraclito.
La stessa idea di movimento legato ad un tempo lineare potrebbe qui essere messa in discussione, raccogliendo la riflessione di Nietzsche in Zarathustra sulla circolarità del tempo, che non ha un inizio né una fine. Come nel ciclo dell’acqua, in cui ogni elemento è intrinsecamente legato all’altro, si apre la dimensione cosmica del tempo, il tempo karmico, in cui la responsabilità del mio cammino, del mio muoversi, è intrinsecamente legata a tutte le creature, ed esige volontà e coraggio, per il mio bene e quello degli altri.
Io diventerò terra, e sarò una terra secca se non imparo a prendermi cura dell’acqua, mosso dalla bellezza degli oceani.
L’essere umano è fatto per stare nel futuro. Anche quando si rifugia nel passato, obbedisce al richiamo del futuro, rendendo quel passato un’immagine ideale del suo avvenire! …e noi lo sappiamo benissimo, facciamo il lavoro più bello del mondo! (N. Gardini, Nicolas).
Buon anno a tutti allora e che sia davvero un viaggio alla riscoperta del Bello e di noi stessi!
Gli insegnanti
per la scuola primaria per la scuola secondaria
Karen Mauri Jolanda Caprioli
*dagli scritti di Alessandro Greppi, nobile milanese, che fece della Brianza e dell’arte le sue passioni più grandi.
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