Una classe…mostruosa!
UNA CLASSE MOSTRUOSA
Il mio nome è Artemisia, sono nata in una fredda notte di ottobre. ho lunghe chiome bionde sulle spalle e unghie taglienti. Fin da quando sono bambina preparo formule e pozioni magiche, infusi per stregare bambini, contando le gocce dell’esistenza…
Questo è l’incipit di uno dei racconti scritti dagli alunni della classe IIA secondaria per il Progetto interdisciplinare sul genere Horror, in collaborazione con l’insegnante di Inglese e di CliI, che si è svolto nel mese di ottobre.
Il genere horror ha origine molti antiche, la paura e il terrore sono ingredienti tipici di racconti dell’antica Grecia, del folklore medievale, ma il genere incontra moltissima fortuna durante il periodo del teatro elisabettiano dove una vena inquietante e misteriosa fa da cornice a drammi indimenticabili. Come scordare La tragica notte del dott. Faust di C. Marlowe (1590 circa) o le tragedie di W. Shakespeare (1564-1616), in cui compaiono terribili streghe (Macbeth) e fantasmi (per esempio, il padre di Amleto). È sempre in Inghilterra che nasce poi il romanzo gotico, sospeso tra castelli abbandonati e abbazie in rovina che tanto ebbe fortuna e diede vita a romanzi come Frankenstein di M. Shelley del 1818. Poi ci furono le ghost story e le leggende dei non-morti di cui Dracula di B. Stoker (1847-1912) è il capolavoro. Il vero grande maestro però è E. A. Poe (1809-49), i suoi racconti, che nessuno di noi dimenticherà mai, fanno inorridire e sondano tutte le possibili sfere della paura e dell’inconscio.
I ragazzi, dopo aver letto testi narrativi del genere, in italiano e in inglese, ne hanno individuato tema, caratteristiche, analizzato personaggi, luoghi e tempo. Hanno lavorato sulle loro paure individuandone le radici e hanno imparato a riconoscerle per dominarle. Hanno ascoltato e visto in modo attivo spezzoni di film e racconti, apprezzandone e riconoscendone soprattutto le tecniche narrative: suspense e colpi di scena.
Sono stati proposti inoltre esercizi di arricchimento lessicale sia in italiano sia in inglese con particolare attenzione alle emozioni, alle descrizioni dei personaggi e dei luoghi.
Alla fine, è arrivato il momento tanto atteso: per stimolare forme diverse di scrittura creativa, i ragazzi si sono travestiti mettendosi nei panni dei loro personaggi e al buio hanno raccontato la loro storia. Abbiamo sentito storie di zombie e streghe sull’orlo del precipizio, di bambini con spiriti persi, di fantasmi introversi e molto altro. Ci siamo spaventati e abbiamo riso, un bel modo per imparare a controllare le paure vivendole insieme. È stato un rito di passaggio e una prova di coraggio, aveva il fascino del proibito. Durante l’adolescenza si è sempre alla ricerca di emozioni forti, che allontanino la monotonia di tutti i giorni, perché ci fa sentire più vivi. Piacere e paura sono emozioni molto vicine e scatenano reazioni fisiologiche molto simili. Le palme delle mani sudano, le pupille si dilatano e l’adrenalina invade tutto il corpo. Perfetto dunque studiare il genere horror quando ciascuno di noi è alla ricerca del proprio io. In adolescenza non ci si vede se non con gli occhi degli altri, e questo può portare a pensare di essere mostri, dei diversi obbligandoci ad indossare maschere accettabili dalla società. È buona cosa allora capire i meccanismi della nostra mente e scoprirne i suoi funzionamenti per comprendere veramente chi siamo.
Insomma è stata proprio una bella lezione e non hanno imparato solo gli alunni, come sempre!
Prof.ssa Jolanda Caprioli, mostruosamente vostra. .
Storia di una strega
Il mio nome è Artemisia,
sono nata in una fredda notte di ottobre.
Ho lunghe chiome sulle spalle e unghie taglienti.
Fin da quando sono bambina preparo infusi e formule contando le gocce dell’esistenza.
Di tanto in tanto parlo con spiriti persi e fantasmi introversi
Non è facile liberarsi di uno di quelli, e a me ne capitano molti.
Parlano poco e si lamentano e tormentano il sonno di chi li accoglie.
Respirano russando svegliandoti nella notte.
Ti toccano i piedi con mani fredde
Aliti ghiacciati insidiano le mie notti insonni.
Ho imparato col passare del tempo
che ai fantasmi, piacciono
le case dove abitano bambini,
streghe, maghi, folletti.
Ci fu un tempo in cui mi hanno considerata pazza,
visto che parlavo coi i gatti
comprendendo i loro miao e frrfrrr… Cercandoli per le strade
del vicinato loro mi portavano sempre notizie,
sapevano tutto. I gatti sono invisibili davanti alle finestre, ma ascoltano e riferiscono tutto a chi lo sa capire.
L’udito fino delle streghe afferra segreti e sospiri nascenti.
Nelle serate di luna piena
riesco a sentire le voci dei morti che mi parlano.
Cose strane capitano allora nella mia casa stregata.
Il mio giardino un tempo ospitava lo spirito di una principessa del settecento. Una bambina dalle trecce dorate e vestitino bianco, con grembiulino rosa. Si presentava quasi come un riflesso sul vetro
della sala da pranzo. La prima volta che mi apparve la bambina fantasma rimasi un po’ turbata,
la bimba aveva occhi neri color pece
ed un viso lieto, senza sorriso.
La gatta Nerina si stiracchio’ dal divano
e si mise ai mie piedi. Rimasi attonita ad osservarla e
quando tutto fini’ sembrava che stessimo lì da ore.
La seconda volta che arrivo’
chiesi alla piccola ombra chi lei fosse. Invece lei comincio’
a raccontarmi di ciò che vedeva in giro,
insomma una fantasmina pettegola.
Molto seppe e le cose che mi diceva erano preziose.
Segreti e imbrogli dei bambini arrivarono al mio orecchio.
Divenni capace di carpire i segreti più reconditi di tutti i bambini e i ragazzi, finché un giorno venni chiamata ad insegnare in una scuola di provincia…
per sperimentare magie.
Ero pronta e con le mie arti magiche imparai ad ammaliare i miei alunni e a scovare chiunque di loro osasse raccontarmi bugie. Agli alunni bugiardelli avrei dato davvero
una bella lezione.
E voi, oserete sfidarmi??