Incontro con l’AIDO – la voce di due studentesse di seconda media
Il 20 marzo 2022, due volontari dell’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione degli Organi o tessuti) chiamati Giorgio e Carla sono venuti nella nostra scuola per parlarci dell’importanza della donazione degli organi e per spiegarci come funziona e quali sono le regole.
Per prima cosa ci hanno spiegato di come gli studi della scienza abbiano reso possibile l’espianto di un organo da una persona non vivente a una persona vivente, perché in alcuni casi purtroppo l’unica soluzione per curare un organo malato è eliminarlo per poi sostituirlo.Il nostro corpo è una macchina complicata e quasi perfetta e se soltanto un solo organo non funzionasse tutto l’organismo smetterebbe di lavorare.
Per donare un organo bisogna corrispondere a certi criteri: per prima cosa bisogna avere 18 anni per decidere; altrimenti sono i tuoi genitori a deciderlo, poi si deve anche essere in salute in modo che gli organi durino di più e, anche se non obbligatorio, sarebbe preferibile essere giovani, sempre per aumentare la qualità degli organi.
Giorgio ha spiegato che gli organi che si possono trapiantare sono: il cuore, il fegato, l’intestino, il pancreas, i polmoni e i reni, ma ci disse anche che il trapianto può essere effettuato solo entro 7-8 ore dalla morte del donatore perché il sangue che passa dall’organo deve essere “fresco” e dopo troppo tempo va in necrosi. Giorgio ha poi continuato a spiegare dicendo che l’organo deve essere asportato con cura anche se il donatore è morto e che per adesso tutto questo è solo possibile con le persone.
Inoltre ci spiegò che bisogna essere compatibili tra donatori e riceventi o altrimenti il corpo del ricevitore avvertirà il nuovo organo come un corpo estraneo e il sistema immunitario lo attaccherà. Giorgio poi ci ha chiesto quando una persona esattamente muore, molti dei miei compagni hanno detto che è quando il cuore smette di funzionare, ma io ho saputo dire che in realtà è quando la morte cerebrale avviene.
La morte cerebrale è quando il nostro cervello “capisce che siamo morti” e per questo “spegne” il nostro corpo e le sue funzioni. Questo avviene pochi minuti dopo l’ultimo battito cardiaco ed è il motivo per cui si possono rianimare le persone che hanno avuto un infarto se si agisce in tempo. Giorgio ha anche chiesto quali organi si possono trapiantare se il donatore è vivo e anche a questa domanda ho saputo rispondere: il fegato, perché se ne vengono asportate parti riuscirà a rigenerarsi sia nel donatore che nel ricevente; i reni perché sono due e si può sopravvivere con uno solo e anche i polmoni per lo stesso motivo, ma vivere con un solo polmone non è la migliore opzione e si fa solo in casi estremi.
Giorgio ci ha fatto ancora un’ultima domanda, perché i tessuti possono essere conservati e gli organi no e ho saputo di nuovo spiegare che nei tessuti come cornee, tendini, cartilagine o ossa non serve il sangue e possono essere tranquillamente tenute da parte. I tessuti sono normalmente trapiantati se sono stati distrutti e a volte vengono addirittura prelevati da un’altra parte del corpo del donatore se necessario.
Giorgio ha fatto poi un interessante paragone tra il corpo umano e un’automobile: se una componente non funziona si aggiusta o si sostituisce ed entrambi sono guidati da un impulso: le macchine hanno bisogno di una chiave e noi persone abbiamo bisogno del cervello. Egli ci ha anche informato che sulle 9000 richieste di organi solo 5000 vengono trapiantati all’anno e che l’organo più comune ad essere trapiantato è il rene.
Ci ha anche spiegato che, quando una persona muore all’ospedale, un collegio di medici verifica la morte cerebrale con uno strumento chiamato elettroencefalogramma, se la corrente passa da esso sei vivo, altrimenti sei morto. Bisogna chiedere il permesso alla famiglia del donatore per asportare gli organi. Alla fine dell’incontro Carla e Giorgio ci hanno dato un questionario anonimo da completare in classe per vedere le nostre conoscenze e per sapere se vorremo diventare donatori da grandi. A me piacerebbe diventare donatrice di organi dopo questo incontro, perché significa che salverò la vita di qualcuno.
Mazza Elettra II A secondaria
Lo studio, la scienza e gli sviluppi della medicina, hanno permesso di prelevare dal corpo di una persona deceduta organi, per trapiantarli in una persona vivente. In certi casi l’unica soluzione per guarire o restare in vita è quella di sostituire l’organo irrimediabilmente compromesso, attraverso un trapianto. La donazione di organi dopo la morte è importante perché permette di salvare la vita di altre persone quando a noi quell’organo non servirà mai più.
Nella donazione di organi non esiste età.
Gli organi che si possono donare sono il cuore, il fegato, l’intestino, il pancreas, i polmoni e i reni. Questi organi non si possono conservare poiché contengono una componente di sangue, che dopo un certo periodo (circa dopo 7/8 ore) si deteriora e ciò fa sì che l’organo non sia più recuperabile.
Il trapianto è una vera e propria operazione chirurgica, tanto che il donatore viene richiuso come se fosse ancora in vita. Si va a verificare se gli organi sono perfettamente funzionanti. Secondo la legge, infatti, vengono prelevati solo gli organi funzionanti perfettamente.
Per trapiantare un organo bisogna verificare che l’organo sia completamene compatibile, quell’organo deve avere tutte le caratteristiche di identità identiche a quelle della persona che riceverà l’organo. Anche il gruppo sanguigno deve essere lo stesso. I medici verificano anche la dimensione dell’organo. Poiché le dimensioni variano anche in base all’età, le dimensioni dovranno essere tali a quelle del ricevitore.
Il collegio di accertamento verifica se la persona è deceduta attraverso un elettrocefalogramma, che serve per verificare se il cervello è ancora attivo. Dopo 6 ore, se la linea è piatta, si dichiara la persona morta.
La donazione è anonima, non si sa chi dona e a chi verrà donato l’organo.
La percentuale di riuscita dei trapianti è di circa 99%. L’organo più semplice da trapiantare non c’è. Quello più richiesto è il rene con circa 6.000 richiese su 9.000 totali.È possibile effettuare un trapianto anche da persone viventi, come nel caso dei reni, che sono due, oppure del fegato che è una ghiandola che ricresce autonomamente. Il trapianto dei polmoni da persone viventi viene effettuato in situazioni estreme, poiché bisogna assicurarsi che il donatore sarà in grado di vivere con un solo polmone e anche perché i polmoni sono fondamentali per la respirazione, l’ossigenazione del sangue e strettamente legati al cuore. Si tende a trapiantare insieme ai polmoni anche il cuore.
I tessuti, a differenza degli organi, si possono conservare poiché qui non vi scorre sangue. I tessuti che si possono donare e trapiantare sono le cornee, i tendini, le cartilagini, le epidermidi, le ossa e la valvola cardiaca. Vengono conservati a temperature rigide nelle banche dei tessuti.
Possiamo paragonare il corpo umano ad un’automobile, tutto funziona se il cervello comanda organi, tessuti, cellule e le funzioni. Il corpo umano muore quando il cervello non funziona più.
La lista di attesa è un elenco dove vengono inserite le persone che attendono un organo perfettamente compatibile. Ogni anno in lista di attesa ci sono circa 9.000 persone che attendono un organo perfettamente compatibile, ma sono solo 3.000 i trapianti effettuati.Gli organi vengono trasportati in elicottero perché è più veloce trasportarli da un ospedale all’altro evitando il deterioramento dell’organo.
Il trapianto degli organi è molto importante perché può salvare vite. In Italia la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi o tessuti non è obbligatoria ma volontaria. Occorre decidere in vita per la propria iscrizione all’AIDO, che non è permanente. Ogni cittadino maggiorenne può esprimere il proprio consenso o dissenso alla donazione di organi e tessuti.Occorre parlarne e diffondere l’argomento per sensibilizzare sempre più persone.
È stato interessante ascoltare i volontari, questo incontro ci ha fatto riflettere sulla possibilità di diventare donatori, anche attraverso un questionario che abbiamo compilato in forma anonima. Abbiamo trattato l’argomento da un punto di vista medico e scientifico, ma anche come valore del dono. Sapersi donare agli altri.
Sala Francesca II A secondaria
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